Soprattutto nei barboncini anziani, possono presentarsi diverse patologie renali. La più diffusa è l’insufficienza renale cronica, abbreviata in IRC o MRC (dalle iniziali di Malattia Renale Cronica) che causa la perdita progressiva e irreversibile della funzionalità renale, ma esistono anche altre patologie renali tra cui la glomerulonefrite (un’infiammazione dei glomeruli, le unità filtranti del rene, causata principalmente da infezioni, malattie immunitarie o di altro tipo), il rene policistico (una malattia ereditaria che provoca la formazioni di cisti nei reni), l’amiloidosi renale (causata dal deposito degli amiloidi, che sono delle proteine anomale, nei reni) o la displasia renale (una malformazione congenita dei reni, prevalentemente ereditaria).
I sintomi delle patologie renali nei barboncini variano a seconda della malattia e della sua gravità, ma in genere includono un aumento della sete e conseguentemente della quantità di urina emessa (polidipsia e poliuria, un aumento delle ore di sonno, stanchezza, perdita di appetito e di peso, vomito e diarrea.
Meno frequenti e legati a situazioni più gravi sono altri sintomi come un odore simile all’ammoniaca nell’alito (alitosi uremica, provocata dall’accumulo di tossine nel sangue), segni di disidratazione come gengive secche, occhi infossati o pelle meno elastica, piaghe in bocca e difficoltà ad urinare.

Come per tutte le altre patologie, la diagnosi e la gestione delle patologie renali sono compito esclusivo del veterinario, che attraverso un esame fisico ed analisi determinerà la presenza e il grado di avanzamento dell’eventuale patologia, prescrivendone la cura. In essa, accanto ai farmaci, è fondamentale una dieta specifica. Non solo: l’alimentazione ha un ruolo cruciale anche nella prevenzione delle patologie renali nei barboncini[1]. Vediamone i capisaldi:
- scegliere un’alimentazione di qualità, il che non significa necessariamente più costosa delle altre, ma da noi controllata leggendo con attenzione l’etichetta per verificare che sia completa, bilanciato e specifica per la razza e la taglia del nostro cane;
- evitare “bocconcini-premio” che contengano sostanze lesive dei reni per i cani: ad esempio uva, uvetta, cioccolato, cipolle;
- assicurarsi che il nostro barboncino abbia sempre a disposizione acqua fresca e pulita;
- controllare periodicamente il peso per evitare l’obesità, che aumenta il rischio di malattie renali.
Se nonostante le nostre attenzioni al barboncino fosse diagnosticata una patologia renale, causata ad esempio dall’età o da fattori genetici, la sua dieta dovrà puntare a rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità di vita del barboncino. Linee guida sono:
- riduzione del contenuto proteico, con un apporto moderato di proteine scelte da quelle di alta qualità (pollo magro, tacchino, pesce bianco come merluzzo o sogliola) per minimizzare la produzione di scorie azotate; è assolutamente da evitare l’eliminazione totale delle proteine (come, purtroppo, è capitato qualche volta in passato), perché questo provocherebbe la perdita di massa muscolare nel cane;
- basso contenuto di fosforo e sodio, anche per evitare rialzi pressori, privilegiando quindi alimenti industriali specifici per le patologie renali oppure, in caso di dieta casalinga, ingredienti come zucchine e carote cotte, riso bianco ben cotto, zucca, patate dolci senza buccia;
- integrazione con acidi grassi omega-3 (ad esempio tramite l’olio di pesce), vitamine e minerali (solo su prescrizione veterinaria);
- aumento del contenuto di fibre solubili;
- alcalinizzanti (solo se prescritti dal veterinario) per contrastare la complicanza dell’acidosi metabolica.
[1] Cfr. Brown S. A., Renal dysfunction in small animals, in The Merck veterinary manual, 2008; Elliott J., Grauer G. F. , BSAVA Manual of canine and feline nephrology and urology, British small animal veterinary association, 2008 (II edizione); Jacob F., Polzin D. J., Osborne C. A., Allen T. A., Kirk, C. A., Neaton J. D., Clinical evaluation of dietary modification for treatment of spontaneous chronic renal failure in dogs, in Journal of the American veterinary medical association, 2002, 220(8), pp. 1163-1170.
Questo articolo è tratto da "IT'S PAPPA TIME!"
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