Cuccioli (fino a 12 mesi)
I cuccioli di barboncino, con la loro energia inesauribile, hanno un metabolismo molto veloce e necessitano di un apporto calorico maggiore rispetto agli adulti[1]. Per favorire una crescita costante ed equilibrata, è importante evitare sia un eccesso di cibo, che può portare all’obesità, sia una carenza di nutrienti, che può causare problemi di sviluppo.
Per capire se il nostro cucciolo è in sovrappeso possiamo posizionare le nostre mani sulla sua schiena, con i pollici disposti lungo la linea vertebrale. Premendo in maniera leggera con le altre dita dovremo essere in grado di sentire al tatto le costole sotto la pelle. Se dobbiamo premere con forza per sentirle, è probabile che il nostro cane abbia un peso superiore alla media consigliata.
Al contrario, se il cucciolo sembra avere molta fame o tende a vomitare bile (segno di stomaco vuoto) e non appare sovrappeso, meglio provare ad aumentare leggermente le dosi, sentendo anche il parere del veterinario.
Se optiamo per cibi industriali, secchi o umidi, controlliamo sull’etichetta delle confezioni che siano specifici per cuccioli di taglia piccola (se le indicazioni sono in inglese troveremo in genere scritto “puppy small breed” o semplicemente “puppy”) e che siano ricchi di proteine, grassi, calcio e fosforo per sostenere lo sviluppo scheletrico e muscolare.

Adulti (da 1 anno in poi)
Una volta raggiunta l’età adulta, il nostro barboncino ha bisogno di un’alimentazione che gli permetta di mantenere il suo peso forma e la sua vitalità. La frequenza dei pasti va ridotta a due volte al giorno, creando una routine alimentare, con pasti a orari regolari (per mantenere stabili livelli di energia e ridurre la fame tra i pasti) e una postazione fissa dove il cane può mangiare indisturbato.
Se adoperiamo cibi industriali, secchi o umidi, controlliamo che siano specifici per cani adulti ma di taglia piccola (nelle confezioni con scritte in inglese si può trovare la scritta “adult small breed”).

Anziani (da circa 8 anni in poi)
Con l’avanzare dell’età, il metabolismo del nostro barboncino rallenta e il suo fabbisogno calorico diminuisce. Per prevenire l’obesità e mantenere la sua massa muscolare, è consigliabile utilizzare crocchette specifiche per cani senior, eventualmente inumidite con acqua o brodo per facilitarne la masticazione, soprattutto se il cane inizia ad avere problemi dentali.
La frequenza va mantenuta a due pasti al giorno, ma se ci accorgiamo che il nostro barboncino ha difficoltà a mangiare porzioni più grandi, oppure se ci sono esigenze specifiche derivanti da malattie (come problemi gastrointestinali, renali o diabete, vedi le sezioni specifiche nel capitolo del libro dedicato a “L’alimentazione del barboncino ammalato”), si può passare a tre o anche a quattro pasti al giorno.
Se scegliamo cibi industriali è preferibile scegliere formulazioni specifiche per cani anziani di taglia piccola (in inglese “senior small breed”), perché esse in genere contengono meno calorie (per compensare la minore attività fisica), proteine di alta qualità per mantenere la massa muscolare, più fibre e integrazioni specifiche (come glucosamina e condroitina) per supportare la salute delle articolazioni[2].

[1] “I cuccioli di razze piccole hanno esigenze nutrizionali uniche, in particolare per quanto riguarda la densità energetica e l’equilibrio dei nutrienti, per prevenire problemi di crescita come l’ipoglicemia e le deformità scheletriche” (tradotto da Larsen J. A., Feeding small and toy breed dogs, in Hand M. S., Thatcher C. D., Remillard R. L., Roudebush P., Novotny B. J., Small animal clinical nutrition, Mark Morris Institute, 2010, pp. 465-486.).
[2] “L’invecchiamento è associato a cambiamenti fisiologici che influenzano le esigenze nutrizionali. Nei cani anziani, è importante considerare la riduzione del fabbisogno energetico, il mantenimento della massa muscolare e il supporto delle funzioni cognitive e articolari.” (tradotto da Hutchinson D., Freeman L. M., Mc Carthy R. J., Nutritional requirements and related diseases of aging dogs and cats, in Journal of the American Veterinary Medical Association, 2011, 238(12), p. 1557).
Questo articolo è tratto da "IT'S PAPPA TIME!"
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