La risposta a questa domanda è complicata, dando ovviamente per scontato che il desiderio di avere dei cuccioli non sia determinato da un obbiettivo economico.
Da una parte, proprio l’amore che il proprietario ha nei confronti del suo barboncino potrebbe spingerlo ad avere dei cuccioli, con la speranza che replichino caratteristiche caratteriali o fisiche del genitore. Spesso, questo desiderio è motivato dalla paura del vuoto che lascerà il barboncino alla sua morte.
D’altra parte, gli accoppiamenti casalinghi non garantiscono quelle sicurezze sanitarie che sono invece la caratteristica degli allevatori responsabili.
Diciamo perciò che se il proprietario ha la certezza di voler procedere all’accoppiamento esclusivamente per l’amore che prova nei confronti del suo cane, è necessario che il barboncino e il/la sua partner siano prima portati da un veterinario per essere sottoposti ai test necessari ad escludere la presenza di una tra le tante malattie genetiche che inevitabilmente si presenterebbero nei discendenti, come l’atrofia retinica progressiva, la lussazione della rotula e una lunga serie di altre patologie, che abbiamo trattato con maggiore attenzione nello specifico capitolo “Malattie e prevenzione”.
Altrettanto necessaria sarebbe anche la presenza del pedigree, il quale attesta l’assenza di problemi genetici anche nella linea ascendente – quelli che noi chiameremmo i genitori, i nonni e i bisnonni – del barboncino che deve riprodursi.
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I barboncini nella foto in alto sono Jenny e i suoi cuccioli (di Catia Feliziani).
Si all accoppiamento